Tutti abbiamo esperienza di concerti o discoteche rumorose; alcuni di noi tutti i giorni vengono sottoposti sul luogo di lavoro a rumori fastidiosi più o meno costanti.
Ma quanta sollecitazione può sopportare il nostro udito prima di andare in sofferenza?

L’orecchio è forse l’organo più delicato del nostro corpo.
Se posto in condizioni di stress si può danneggiare in maniera irreparabile.

Quando il suono diventa rumore: l’inquinamento acustico

La fisiologia ci viene incontro per spiegarci come un numero troppo elevato di decibel possa effettivamente risultare fastidioso o addirittura doloroso al nostro orecchio.
Quando le onde sonore sono irregolari o varia drasticamente il periodo che intercorre tra una e l’altra, si parla di rumore.
Questo, soprattutto se continuativo nel tempo, sollecita eccessivamente il timpano, causando nel tempo veri e propri problemi.
Basti pensare che la malattia sul lavoro più significativa ad oggi è l’ipoacusia da rumore.
Da qui la crescente attenzione al problema, presentato da tecnici e legislatori, volto alla prevenzione e alla bonifica degli ambienti di lavoro inquinati acusticamente.

In realtà, per essere precisi, gli effetti nocivi che i rumori possono causare sull’uomo dipendono dall’intensità del rumore, come dalla sua frequenza e durata nel tempo di esposizione.
Cantieri edili, aeroporti, stazioni ferroviarie, grandi garage sono luoghi dove la soglia di rischio, che si attesta tra 80 e 90 dB, viene facilmente superata, e l’esposizione per tempi prolungati porta inevitabilmente al danno: qui è necessario agire per tutelare l’udito.

Le cuffiette antirumore

Poniamo ad esempio che l’ambiente che andiamo ad osservare sia un luogo di lavoro: per risolvere il problema si potrebbero adottare alcuni accorgimenti. Come, ad esempio, installare pannelli fonoassorbenti.

Per ridurre il livello di rumore e per renderlo più sostenibile, l’unica soluzione che si possa adottare sono le cuffie antirumore.
Esistono normative che permettono di far rientrare questi strumenti tra i principali DPI, Dispositivi di Protezione Individuale, obbligatori per legge per i lavoratori esposti a forti fonti di rumore come i cantieri.

In ambiente industriale ed edile le normative parlano chiaro: non si deve in alcun modo superare la soglia degli 85 dB, situazione in cui gli otoprotettori sono comunque obbligatori.
Negli uffici, più che di rumore si può parlare di fastidio reiterato: se i pannelli isolanti tra una postazione e l’altra non sono sufficienti, spesso il disturbo acustico causa difficoltà di concentrazione, portando ad affaticamento, stress e stanchezza.

Tipi di cuffiette antirumore

Tappi monouso o cuffiette antirumore in questo caso possono essere sufficienti. Le cuffie riducono la soglia di rischio, difendendo dai rumori intensi.
In quanto tali rappresentano, come abbiamo detto, veri e propri dispositivi di protezione individuale che, grazie alle loro proprietà fonoassorbenti, limitano gli effetti del rumore sul timpano, provvedendo alla prevenzione di eventuali danni all’orecchio.

Possiamo distinguere tra:

  • Cuffie antirumore: sono piuttosto grandi e si pongono sull’orecchio coprendolo completamente. Assorbono il rumore attraverso il liquido o la schiuma plastica di cui sono costituiti.cuffie antirumore Hanno un cerchietto in plastica che permette di indossarle comodamente.
  • Alcuni di questi DPI professionali sono montati su un elmetto di protezione industriale. L’onda rumorosa trova così un grande ostacolo nel suo percorso tra la sorgente e il delicato condotto uditivo.Questo tipo di protezioni offre una diminuzione del rumore oscillante tra i 33 ed i 36 dB;
  • Protettori attivi per la riduzione del rumore (Protettori ANR): si tratta di protezioni per l’udito che, grazie a circuiti elettroacustici, sopprimono parte del suono in ingresso, al fine di migliorare la protezione dell’utente. I protettori migliori sono in grado di ridurre il rumore esterno di ben 82 dB;
  • Inserti auricolari: sono cuffiette che si inseriscono direttamente nel dotto uditivo esterno e le loro dimensioni solitamente sono standard.
    Sono realizzati in un materiale plastico o in silicone morbido che l’utente adatta al suo condotto uditivo, in modo da formare una barriera acustica; sono in grado di attenuare un numero di dB tra i 23 ed i 41;
  • Ci sono poi i tappi, realizzati per adattarsi all’orecchio di chi li indossa: limitano il rumore dai 23 ai 45 dB e solitamente sono in vinile, silicone, cotone e cera, lana di vetro filata o schiume.
    Vengono inseriti nel condotto uditivo esterno e hanno un effetto simile al tappare le orecchie con le dita. tappi per le orecchie

Qualsiasi sia il tipo di cuffia necessario, va segnalato che essa non deve mai indurre un’eccessiva attenuazione uditiva, perché in tal caso l’utente è considerato praticamente isolato dall’ambiente.
Inoltre il comfort deve essere un aspetto decisivo per la scelta delle cuffie perché diversamente si rischia di doverle togliere spesso, annullandone l’effetto.
Sarà perciò fondamentale decidere per il modello che si è disposti ad indossare liberamente, senza sentire disagio o fastidio.