Nella mitologia greca e romana, le Muse occupavano un ruolo di primo piano.

Ogni poeta aveva una figura capace di dargli la massima ispirazione per la realizzazione di opere sempre più iconiche ed emozionanti. Le Muse non potevano essere offese in alcun modo, pena punizioni molto severe.

Entrando nei particolari, ecco cosa c’è sapere sulla celebre Talia, una delle Muse più ammirate in senso assoluto.

Lei era la Musa della Commedia e apparteneva a un gruppo formato da ben nove Muse, che vennero sfidate in maniera grossolana dalle nove figlie del re Pierio, denominate Piche.

Chi è Talia, la Musa della Commedia

Iniziamo a concentrarci sulla Musa della Commedia, figura altamente giocosa e divertente. La bella Talia portava sul capo una corona di edera.

Nelle sue mani, aveva una maschera da commediante e una ghirlanda. Naturalmente, ogni elemento era altamente iconico e allegoristico. Al tempo stesso, essendo anche la Musa dei Pastori, spesso recava con sé un bastone da pastore.

Fu il dio Apollo, figlio di Zeus, a crescerla e a educarla.

La divinità si occupò di tutte e nove le Muse, conducendole sulla vetta del monte Elicona. Quindi, Talia e Apollo si unirono e diedero vita ai sacerdoti della dea Cibele, ossia i Coribanti.

Queste particolari figure si esibivano con una certa frequenza in balli ad alto tasso erotico, molto simili ai movimenti di una vera e propria orgia.

Al tempo stesso, essi erano avvezzi a infliggersi colpi potenti a vicenda, ferendosi anche gravemente.

Digiunavano in onore della dea Cibele e non si nutrivano mai di pane, oltre a venerare Attis, il dio della vegetazione, acclamando un pino. Una storia davvero affascinante, che ha contribuito a rendere Talia sempre più iconica e apprezzata da poeti e scrittori delle epoche antiche.

Anche la letteratura italiana ha spesso omaggiato ed evocato Talia.

Nel carme Dei Sepolcri, Ugo Foscolo citò Parini e la creazione di corone da una pianta di alloro, poi appese sulla statua di Talia. Nella poesia Nell’ora, Vittorio Alfieri parlò di un sogno nel quale salì sul monte Parnaso e incontrò l’affascinante Talia, pronta a fargli l’occhiolino.

In entrambi i casi, Talia era l’allegoria di una vita all’insegna della satira, della commedia e della tragedia.

Le Nove Muse di Zeus e Mnemosine

Nove muse greche

 

Talia era l’ottava di Nove Muse, ciascuna delle quali simboleggiava una notte di unione e passione tra il re degli Dei Zeus e la dea della Memoria Mnemosine.

Le altre Muse erano:

  • Calliope, la Musa dell’Eloquenza e la dea della Memoria, dotata di libro e corona di edera.
  • Clio, la Musa della Storia con una tromba e un rotolo di pergamena.
  • Tersicore, la Musa della Danza e della Lirica, con flauto o cetra in mano e corona d’alloro sul capo.
  • Polimnia, Musa degli Inni Religiosi e della Poesia Lirica, dotata di corona perlata.
  • Melpomene, la Musa della Tragedia raffigurata con un pugnale e una maschera teatrale nelle rispettive mani.
  • Erato, la Musa della Mimica e della Poesia Amorosa, con in mano una lira e un arco e sul capo rose e mirto.
  • Euterpe, la Musa della Musica e del Canto, raffigurata con due flauti e varie corone di fiori.
  • Urania, la Musa dell’Astronomia con una rappresentazione della Terra e un compasso.

Ogni Musa assumeva un proprio significato e Talia era senz’altro tra le più apprezzate, fin dai tempi antichi. La sua immagine leggera e giocosa era una valida fonte di ispirazione per la maggior parte dei poeti.

Ancora oggi, si parla molto della sua bellezza senza tempo e della sua capacità di rendere ogni momento solenne e gioioso al tempo stesso.