C’è un luogo, affacciato sul blu profondo del Lago di Garda, che non si può semplicemente visitare: si attraversa, si vive, si decifra. È Il Vittoriale degli Italiani, una residenza-monumento che è al tempo stesso museo, parco, mausoleo, opera d’arte e provocazione. Un posto che racconta molto più di un personaggio storico: racconta un mondo. E quel mondo è quello di Gabriele D’Annunzio.

Il poeta-soldato si stabilì qui nel 1921, dopo l’epica e controversa impresa di Fiume. Acquistò la villa Cargnacco e la trasformò in qualcosa che l’Italia non aveva mai visto prima: un santuario del proprio genio, un luogo in cui estetica, eroismo e simbologia si intrecciano fino a diventare architettura.

Guidato dall’architetto Gian Carlo Maroni, D’Annunzio mise in scena un’opera totale, dove ogni dettaglio – dal colore delle pareti alle sculture disseminate nel parco – rispondeva a una logica estetica e simbolica. Il Vittoriale è il suo autoritratto scolpito nel paesaggio.

Il D’Annunzio Segreto: svelare l’uomo dietro il mito

Tra le tappe imperdibili del complesso c’è il padiglione del D’Annunzio Segreto, uno spazio che getta nuova luce sulla dimensione più privata e umana del poeta. Qui sono esposti centinaia di oggetti personali: vestiti, scarpe, cappelli, lettere, strumenti di scrittura, gioielli. Ogni elemento sembra raccontare una storia, ogni vetrina un frammento di intimità.

Non è solo una collezione, ma una lente attraverso cui osservare il culto dell’estetica quotidiana che permeava la vita dell’autore. Anche nel banale, D’Annunzio cercava bellezza e significato. Perfino gli oggetti più comuni diventavano parte della sua narrativa personale, una costruzione continua della propria immagine pubblica e privata.

La Priora: una casa che non è una casa

La visita continua nella dimora vera e propria, chiamata la Priora. Ma chiamarla “casa” è riduttivo. Siamo davanti a un tempio del narcisismo e dell’arte, un ambiente volutamente cupo e denso, progettato per immergere il visitatore in un’atmosfera carica di tensione estetica. Ogni stanza è un racconto. Ogni angolo parla della psiche del suo abitante.

L’illuminazione è tenue, quasi assente, scelta dal poeta per contrastare la sua fotofobia. I mobili, le pareti, i tappeti e i soffitti raccontano una storia densa di riferimenti culturali, religiosi, simbolici. Non ci sono stanze “neutre” o spazi “funzionali”: tutto è concepito per trasmettere una sensazione di sacralità e potere.

Il cuore pulsante della Priora è lo studio, una vera sala di comando intellettuale. Qui D’Annunzio scriveva, leggeva, rifletteva. Il silenzio, interrotto solo dal rumore del proprio pensiero, era la colonna sonora del suo genio.

Il Teatro Parlaggio: spettacolo e simbolo

Scendendo verso il cuore verde del parco si arriva a una delle creazioni più scenografiche del Vittoriale: il Teatro Parlaggio. Voluto personalmente da D’Annunzio, è ispirato agli antichi anfiteatri greci. Progettato con una vista mozzafiato sul lago, questo teatro all’aperto sembra dialogare con il cielo e l’acqua, in un abbraccio tra arte e paesaggio.

In estate, l’anfiteatro prende vita con concerti, spettacoli teatrali e performance. Ma anche vuoto, sotto il sole o immerso nel silenzio, conserva un’aura potente. Lì vicino svetta la scultura del Cavallo Blu di Mimmo Paladino, un omaggio all’amore dannunziano per l’equitazione.

L’Auditorium e il volo su Vienna

Un’altra tappa sorprendente è l’Auditorium, concepito per ospitare fino a duecento spettatori. Il vero protagonista, però, è sospeso nel vuoto: l’aereo Ansaldo SVA, usato da D’Annunzio nel leggendario volo su Vienna, domina la sala come un relitto eroico. È il simbolo della sua sfida, del suo coraggio, del suo desiderio di lasciare un segno anche nei cieli.

Attorno, fotografie e filmati raccontano momenti salienti della sua vita: dal poeta al soldato, dall’amante al patriota, ogni volto del Vate trova qui la sua rappresentazione visiva.

I giardini, il Laghetto delle Danze e la Nave Puglia

Ma il Vittoriale non è solo interni e architettura. Il parco è un viaggio a sé. Passeggiando tra gli alberi, ci si imbatte in luoghi sospesi tra natura e arte. Uno dei più suggestivi è il Laghetto delle Danze, alimentato dai ruscelli Acqua Pazza e Acqua Savia, un omaggio alla musica e a Gasparo da Salò, l’inventore del violino. Qui tutto sembra suonare, anche il silenzio.

Più avanti, inaspettata, compare una nave vera. La Nave Puglia, donata dalla Marina a D’Annunzio, è stata inserita nel paesaggio come una scultura titanica. Collocata con la prua rivolta verso l’Adriatico, ricorda le campagne militari e l’anima marziale del poeta. Sotto di essa, il Museo di Bordo ospita modellini navali e cimeli militari, rendendo omaggio alla sua ossessione per l’uniforme e la gloria.

Il Mausoleo: l’eternità in marmo

In cima al parco, come una corona posta sul capo del Vittoriale, sorge il Mausoleo, ultima dimora terrena del poeta. Realizzato in marmo di Botticino, ospita al centro la tomba di D’Annunzio, circondata da quelle dei legionari fiumani. La vista da lassù è mozzafiato, ma ancora più potente è il senso di eternità e misticismo che questo spazio evoca. È qui che il Vate ha scelto di chiudere il cerchio, tra gli eroi e sopra il suo regno.

Informazioni pratiche per la visita

Per raggiungere il Vittoriale si percorre la Gardesana Occidentale fino a Gardone Riviera, dove cartelli ben visibili guidano verso l’ingresso e i parcheggi (a pagamento). Gli orari di apertura possono variare a seconda della stagione, e alcune aree – come la casa Priora – potrebbero non essere sempre accessibili. Il consiglio è di consultare il sito ufficiale prima di organizzare la visita e dedicare almeno una giornata intera per esplorarlo tutto.

Il Vittoriale degli Italiani non è solo un luogo da vedere. È un’esperienza che resta sotto pelle. È un dialogo continuo tra passato e presente, tra vita e arte, tra storia e invenzione. Chi lo visita non dimentica. E forse, proprio come voleva D’Annunzio, ne esce un po’ cambiato.