Il mondo dell’auto non si è mai fermato davvero. Cambia, si trasforma, rallenta in alcuni momenti e accelera in altri, ma resta uno dei settori più radicati nella cultura italiana. Eppure, dietro le vetrine illuminate delle concessionarie, la domanda resta sempre la stessa: quanto guadagna davvero un concessionario auto in Italia?
L’idea diffusa è quella di un professionista ben pagato, capace di muoversi tra listini, trattative e modelli sempre nuovi. La realtà, però, è meno scontata e molto più sfaccettata. Negli ultimi anni, complice la crisi economica, il cambiamento delle abitudini di acquisto e una crescente attenzione al prezzo, il lavoro del concessionario ha subito una trasformazione profonda.
Cosa tratteremo
Un settore che lavora ancora, ma con nuove regole
Il mercato delle auto nuove e usate continua a essere attivo, ma non è più quello di una volta. Sempre più persone scelgono l’usato, rinviano l’acquisto di un’auto nuova o optano per soluzioni diverse. Alcuni comportamenti che in passato erano quasi automatici — come regalare un’auto nuova a un figlio neopatentato — oggi sono diventati eccezioni.
Questo ha avuto un impatto diretto sui guadagni dei concessionari, che in media si sono ridotti. Non significa, però, che il settore sia in crisi permanente. Al contrario: chi lavora bene, conosce il prodotto e sa adattarsi, trova ancora spazio per costruire una carriera solida.
Passione, vendita e resilienza: cosa serve oggi
Fare il concessionario auto oggi non è solo vendere macchine. Significa saper leggere il mercato, capire le esigenze del cliente, gestire trattative più complesse e, spesso, lavorare su obiettivi commerciali stringenti. È un mestiere che richiede passione per le auto, ma anche una forte capacità commerciale.
Non è un lavoro semplice né statico. I guadagni non arrivano automaticamente, ma sono il risultato di impegno, determinazione e continuità nel tempo. Ed è proprio questo che rende il mestiere ancora interessante per chi ama il settore.
Dipendente o autonomo: due strade molto diverse
Quando si parla di reddito, una distinzione è fondamentale: concessionario dipendente o concessionario autonomo.
Il dipendente gode di uno stipendio fisso, ferie pagate, indennità e tutele previste dalla legge. Questo garantisce una maggiore stabilità, soprattutto nei periodi di mercato meno favorevoli. L’autonomo, invece, deve gestire tutto in prima persona: contributi, tasse, assenza di ammortizzatori sociali e un reddito che può variare sensibilmente da un anno all’altro.
Due modelli diversi, con rischi e opportunità differenti, che incidono profondamente sulla percezione del guadagno.
Quanto guadagna in media un concessionario auto
Entrando nel concreto, i dati medi nazionali indicano che un concessionario auto in Italia percepisce un reddito lordo annuo di poco superiore ai 20.000 euro. Tradotto nella vita quotidiana, significa circa 1.300–1.350 euro netti al mese.
Questa cifra rappresenta la base. A essa si aggiungono spesso bonus legati alla vendita, cioè incentivi collegati al numero di veicoli venduti o al raggiungimento di determinati obiettivi. In media, questi bonus oscillano tra 150 e 260 euro mensili, rendendo il guadagno finale variabile da mese a mese.
Va detto chiaramente: queste cifre sono medie e non tengono conto delle differenze territoriali, che possono essere anche marcate tra Nord e Sud Italia.
L’esperienza fa la differenza (eccome)
Nel lavoro del concessionario, il tempo conta. E conta molto.
L’anzianità di servizio incide direttamente sullo stipendio e sulle opportunità di guadagno. Un professionista che ha appena iniziato difficilmente avrà le stesse entrate di chi lavora nel settore da vent’anni.
Indicativamente, il percorso economico segue questa progressione:
all’inizio della carriera, lo stipendio netto si aggira intorno ai 1.000 euro mensili
con circa 20 anni di esperienza, si può arrivare a 1.500 euro netti al mese
dopo 30 anni di lavoro, si possono raggiungere anche 1.800 euro netti mensili
Non è solo una questione di tempo, ma di relazioni costruite, clienti fidelizzati e reputazione professionale.
Il guadagno del titolare di una concessionaria
Il discorso cambia ulteriormente quando si parla del titolare di una concessionaria auto. Qui non si ragiona più su uno stipendio, ma su margini, fatturato e costi di gestione.
In media, il margine lordo sulla vendita di un’auto è intorno al 5% del prezzo del veicolo. Ma da questa percentuale vanno sottratti stipendi dei dipendenti, affitti, utenze, costi operativi, investimenti e tasse. Alla fine dei conti, ciò che resta realmente al titolare è circa lo 0,7% del fatturato.
Un dato che ridimensiona molte aspettative e aiuta a comprendere quanto sia complesso mantenere in equilibrio un’attività di questo tipo.
Conviene davvero fare il concessionario auto oggi?
La risposta non è un sì o un no secco. Fare il concessionario auto non è un lavoro facile, non garantisce guadagni immediati e richiede una forte predisposizione al contatto con il pubblico. È un mestiere che vive di obiettivi, di mesi buoni e mesi più difficili, di trattative lunghe e di clienti da conquistare.
Ma per chi ha passione per il settore automotive, ama vendere e sa adattarsi a un mercato in continua evoluzione, resta una professione capace di offrire stabilità nel tempo e uno stipendio dignitoso, costruito passo dopo passo.
Il lavoro del concessionario auto oggi è meno scintillante di quanto si pensi, ma più concreto e strutturato. Non è fatto di guadagni facili, bensì di costanza, competenza e resilienza.
E forse è proprio questo il suo vero valore: un mestiere che premia chi sa restare, crescere e cambiare insieme al mercato.